Le QUATTRO PROVE di
Silvia
Giunti al villaggio, formato da molte piccole capanne poste al
centro di una radura in mezzo alla foresta, furono accompagnati nella capanna del capo
della piccola comunità che dopo averli fatti sedere su grossi cuscini cominciò ad
interrogarli.
Rashid spiegò le ragioni del loro arrivo in quell' isola e il capo
degli Hobbit, dopo un lungo silenzio disse che li avrebbe aiutati e che avrebbe tenuto un
discorso per comunicare a tutti la sua decision. Dopodiche salito su di un tronco,
cominciò a parlare, "Cari cittadini, vi devo mettere al corrente di alcuni nuovi
fatti. Questi ragazzi sono venuti qui dall'Oriente per catturare l'uccello di fuoco e
condurlo dalla strega Kasar, ma hanno promesso di liberarlo appena lo avranno mostrato
alla strega."
"Molte avventure hanno già affrontato e molte altre li attendono.
Fanno tutto ciò per liberare un loro amico dal terribile mago Jasef, nostro acerrimo
nemico. Ora io vi chiedo, amici miei, vogliamo aiutarli?"
Un coro di voci esclamò di si! e tutti si prepararono per la caccia
che avrebbe avuto luogo quella notte stessa.
I preparativi durarono tutto il giorno e quando giunse la sera ogni
cosa era pronta ed ad ognuno era stato assegnato il compito che doveva eseguire. Quando fu
mezzanotte, il capo del villaggio alzò una mano e fece cessare ogni suono. Poi disse
"E' ora di muoversi, dirigiamoci verso la Montagna del Vulcano dove l'uccello di
fuoco vive. Mi raccomando non fate il minimo rumore, dobbiamo prenderlo di sorpresa."
Detto questo la piccola spedizione - formata da dieci Hobbit e dai due
ragazzi - si incamminò facendosi strada tra la folta vegetazione seguendo una pista
appena visibile.
Quando giunsero ai piedi del vulcano gli Hobbit si divisero in modo da
circondare la montagna e cominciarono la lunga salita verso la cima. Giunti, dopo due ore,
in vetta Rashid tirò fuori dalla sua bisaccia la rete e cominciò, insieme ai piccoli
Hobbit, a preparare la trappola.
Sulla destra del laghetto di lava vi erano delle rocce che lo
circondavano per metà. Lì dietro si appostarono gli Hobbit che avevano l'incarico di
lanciare la rete.
I due ragazzi, invece, erano nascosti dietro ad una roccia sulla riva
sinistra. Dopo aver terminato gli ultimi preparativi, il silenzio calò sul vulcano e
tutti si misero in attesa.
Non aspettarono molto, perché di lì a poco una grande luce illuminò
la pozza di lava. L'uccello di fuoco era giunto al laghetto.
Rashid non credeva ai suoi occhi; quell'uccello era favoloso. Ad un
certo punto egli lanciò il segnale convenuto e la trappola scattò. Di colpo,
sull'uccello, cadde la rete! L'animale si dibatteva con forza per liberasi da essa ma ogni
suo tentativo era inutile. Dopodiché, facendo attenzione a non toccarlo, presero una
gabbia, preparata dagli Hobbit e costruita con lo stesso materiale della rete, e vi misero
dentro l'uccello. Poi ridendo e cantando tornarono al paese dove festeggiarono.
Rashid e Sciarad, il giorno dopo, erano già in viaggio per ritornare
dalla strega. Due giorni dopo erano di fronte a lei e gli mostravano l'animale. "Non
credevo che questa volta ce l'avreste fatta. Siete stati molto bravi, ora
consegnatemelo".
"Mi dispiace" rispose Sciarad " abbiamo promesso agli
abitanti dell'isola che dopo avertelo fatto vedere lo avremmo lasciato andare". Detto
questo la ragazza lasciò andare il laccio che teneva chiusa la rete in cui la fenice era
rinchiusa; subito l'uccello spiccò un maestoso volo e si librò alta nel cielo. Mentre
spiegava le sue grandi e possenti ali perse due rilucenti piume. Subito la strega scattò
per raccogliere le due penne ma ne riuscì a prendere soltanto una mentre l'altra fu
raccolta da Sciarad che la consegnò a Rashid.
"Datemi quella piuma" urlò la strega, " ridatemela,
quella piuma è di vitale importanza per me!!"
"Perché è così importante? in fondo non è che una piuma"
disse il ragazzo. La strega rispose che essa, unita ad altri elementi, creava un elisir di
lunga vita che le poteva ridonare la gioventù e la bellezza di un tempo, ormai perdute.
"Quindi vi prego di ridarmela".
Rashid rimase un attimo pensieroso, poi disse "Non sono sicuro che
quando ti ridaremo la piuma tu non ci giocherai un brutto tiro. Quindi ho deciso che te la
restituiremo solo quando tu ci avrai consegnato la chiave che ci permetterà di entrare ne
regno del mago Jasef, ovvero solo alla fine delle prove. Ora parla, quale sarà la nostra
ultima prova?".
La strega - fortemente adirata - li guardò a lungo con odio, e poi con
una voce dura gli disse " Voi mi avete rubato la gioventù e per questo vi farò
compiere una delle prove più dure che voi abbiate mai affrontato. L'ultima delle Quattro!
Dovrete penetrare nelle Grotte Verdi e scendere fino al loro cuore per prendere il
cofanetto che lì troverete; ma attenzione le grotte sono infestate da strane ed orrende
creature. Non sarà facile penetrarle. Ha! Ha! Ha!" e ridendo sadicamente si ritirò
nella grotta.