ricevuta da
Il topolino andò a far visita alla gatta e la trovò sulla soglia di casa che faceva le fusa con grande impegno.
Disse il topo:
Che fate costì, carissima comare,
comare carissima, che fate costà?
La gatta rispose:
Mi faccio gli scalferotti, carissimo compare,
calze e scalferotti per quando gelerà.
Disse il topo:
Che vi durino un pezzo, carissima comare,
che vi durino un pezzo e anche di più.
La gatta rispose:
Dureranno, dureranno, carissimo compare,
fin che si romperanno e anche di più.
Disse il topo:
giusto ieri ho spazzato, carissima comare,
giusto ieri ho spazzato la mia casetta.
La gatta rispose:
Sarà dunque pulita, carissimo compare,
sarà dunque certamente pulita e netta.
Disse il topo:
Ho trovato uno scudo, carissima comare,
ho trovato uno scudo d’argento fino.
La gatta rispose:
Allora siete ricco, carissimo compare,
allora siete ricco, mio bel topolino.
Disse il topo:
Sono andato al mercato, carissima comare,
con lo scudo d’argento sono andato al mercato.
La gatta rispose:
Che bella passeggiata, carissimo compare,
che bella passeggiata vi siete regalato.
Disse il topo:
Ho comperato una focaccia, carissima comare,
con lo scudo d’argento ho comprato una focaccia.
La gatta rispose:
Allora buon appetito, carissimo compare,
allora buon appetito e buon pro vi faccia.
Disse il topo:
L’ho messa sulla finestra, carissima comare,
proprio sulla finestra l’avevo posata.
La gatta rispose:
Si sarà raffreddata, carissimo compare,
la bella focaccina si sarà raffreddata.
Disse il topo:
La gatta me l’ha mangiata, carissima comare,
proprio così, la gatta me la mangiò.
La gatta rispose:
E mangerò pure te, carissimo compare,
proprio così, te pure ti mangerò.
Con un salto fu addosso al topolino e ne fece un boccone.