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Non molto tempo fa, durante una calda serate di mezza estate, un bimbo se ne stava in silenzio affacciato dalla finestra della sua cameretta,
guardando ammirato la Luna. Certo, non era la prima volta che la vedeva, ma quella sera
gli sembrava più luminosa più bella, e immediatamente abbagliato da quella luce surreale gli venne da porsi questa
domanda: "Ma chi è che accende e spegne la luce sulla Luna?"
"Bella domanda!" rispose all'improvviso una vocina rauca e somposta fra i cespugli del suo
giardino, ed il bimbo spaventato si sporse ancora dalla finestra per trovare il padrone di quelle parole, ma non vide
nessuno, quindi continuò: "Luna, quando arriva il giorno e tutti i bimbi si svegliano tu
scompari e spegni la luce, quando invece si fa buio e tutti i bimbi vanno a dormire tu ti accendi e loro si addormentano,
mentre il tuo bagliore continua fino al giungere dell'aurora, ma come fai?". "Ti interessa davvero
scoprirlo?" riprese quella vocina, rauca e scomposta, ma il bimbo sobbalzò, rientrò in camera e si sistemò sotto le coperte attendendo il
bacio della buona notte della mamma.
"Mamma" disse il bimbo, piagniucolando, quando ebbe le calde braccia della mamma intorno al collo "Ti prego,
lasciami dormire con te stanotte, c'è una voce fuori dalla finestra e poi lo sai ho paura del buio!" La mamma sorrise e rispose "Non ti preoccupare,
fra poco ti addormenterai, la luna è già accesa da un pezzo!" E se ne andò,
chiudendo la porta dietro di sè.
Il bimbo chiuse gli occhi, cercando di addormentarsi ma senza risultato,
quando ad un tratto la stessa vocina di prima, tornò a farsi sentire: "Non avere paura io
sono la fatina Meteorina, e sono qui per dare una risposta alle tue domande". Un'esile
donnina non troppo giovane, avanzò sotto la luce dalla luna, ed immediatamente la stanza fu investita da un morbido fascio luminoso,
che divampò ovunque, insieme ad un dolce profumo di pesca e ad un grande senso di protezione. Fra i capelli argento
della fatina brillava una coroncina di lunette dorate che le illuminavano il
viso ed una lunga veste bianca simile a quella di una sposa le avvolgeva il corpicino
minuto.
Il bimbo non ebbe paura a lasciarsi prendere per mano, quando la fatina gli afferò delicatamente un braccino,
e sollevandosi da terra, lo condusse, volando fuori dalla finestra fra le stelle del cielo. Volarono,
volarono, fra le meraviglie del firmamento, fino a giungere sulla Luna!
"Ma è proprio la luna!" esclamò il bimbo quando si trovò davanti al suo
ingresso ed un enorme cancello dorato gli si aprì davanti agli occhi.
"Si ed io vivo qui, molto tempo fa avevo anche una famiglia, ma a causa di una terribile epidemia morirono,
io sopravvissi e da allora mi sono sempre sentita sola, qui su questo enorme pianeta, in mezzo a tutte queste
meraviglie, ma senza nessuno con il quale scambiare due parole" concluse leggermente rattristita. "Durante quell'epidemia morirono tutti gli
abitanti della luna ed io fui l'unica a salvarmi, così trovai il modo di riprendermi
visto che ho sempre amato i bambini".
"Ma come, Meteorina?" domandò il piccolo avanzando fra mille casette piccole e disabitate,
ma tutte luminossissime, fra interi frutteti di pesche, prati, giochi,
piantafgioni di zucchero filato, piscine piene di panna e cioccolato.
"Vedi", riprese la fatina, "io di notte non posso dormire, sapendo che tanti
piccoli hanno paura del buio, così ogni notte scendo sulla terra per regalare un sogno ad ogni bambino, questo serve anche a colmare la mia
solitudine, poi giunto il giorno mi accosto alla sponda dei loro lettini, e soffio sui loro visini polvere di stelle,
così si svegliono per iniziare la giornata e dimenticare il mondo delle fate,
intanto io me ne torno sulla luna e spengo la luce per, finalmente, riuscire a dormire, sapendo di aver
reso ad ogni bimbo una notte meno oscura" spiegò la fatina, ma il piccolo era già a giocare con i divertimenti della luna, a fare lunghe nuotate nel
cioccolato, a mangiare grosse quantità di zucchero filato, e a volare nel cielo senza mai cadere.
Ma venne anche il momento di tornare a casa e Meteorina lo prese per mano e lo fece volare ancora una volta attraverso
le stelle riportandolo sotto le sue coperte.
"Ti rivedrò Meteorina?" chiese triste il bimbo accoccolandosi alla sponda del letto. "Ogni notte" rispose
la fatina soffiandogli sul viso polvere di stelle.