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di
C'era una volta una Sirena che viveva nel mare più bello e cristallino del mondo, dove
pesciolini coloratissimi sguazzavano allegri in acque temperate. La Sirena amava
tantissimo il suo mare e si sentiva molto fortunata a poter nuotare libera e felice.
La sera, per completare la sua felicità, non mancava mai di fare capolino fuori
dell'acqua per osservare il cielo stellato, che amava quasi quanto il mare.
"Va' lassù e prendimi una stella!" diceva ora ad uno ora ad un altro dei suoi
amici gabbiani.
Ma i gabbiani non riuscivano a volare fino alle stelle e non potevano accontentarla.
"Come mi piacerebbe avere una stella! La conserverei gelosamente e sarebbe il mio
tesoro più grande!" pensava la Sirena, ma sapeva che era un desiderio difficilmente
realizzabile.
Una sera, mentre stava chiacchierando con un gabbiano, si alzò un brutto vento che
fece agitare il mare in modo veramente pauroso. Mentre il gabbiano la salutò in fretta e
si allontanò, la Sirena fu imprigionata dalle spire di una tromba d'aria che con violenza
la trascinò via.
Senza nemmeno rendersene conto fu trasportata vorticosamente oltre il mare, oltre la
spiaggia, oltre tutto ciò che conosceva, e fu trasportata in un mondo a lei ignoto.
Quando finalmente l'uragano si placò, l'ultimo soffio di vento depose la Sirena, ormai
senza conoscenza, su una collina. Non si sa quanto tempo ella rimase svenuta, ma di certo
quando riprese i sensi si trovò in un posto stranissimo. Non c'era acqua, il mare era
sostituito da un tappeto verde e tutt'intorno si vedevano dei rilievi di enormi
dimensioni: le montagne.
La Sirena non era mai stata così infelice e pianse, pianse tanto e mentre piangeva
invocò i suoi amici gabbiani di venire a salvarla, poiché erano gli unici che potevano
muoversi al di fuori dell'acqua e correre in suo aiuto. Purtroppo i gabbiani erano molto
lontani ed i lamenti della Sirena non sarebbero potuti giungere fino a loro.
Dopo molte ore e molte lacrime versate, iniziò a calare la sera e la Sirena ebbe la gioia
di rivedere il cielo stellato che tanto amava. Purtroppo era bloccata in quel luogo a lei
sconosciuto e l'unico mezzo che aveva per evadere da lì era la sua fantasia. Iniziò ad
immaginare che la campagna ai piedi delle montagne, che con il buio era tutta nera, fosse
il mare, che le luci dei paesi ai piedi delle montagne fossero le luci del lungomare e che
i lampioni fossero delle navi. Fingeva così di essere vicina ad un porto che presto
avrebbe raggiunto. Sognava di essere un gabbiano e di volare sopra una nave che le avrebbe
tracciato la via di casa, oppure immaginava che un gabbiano luccicante come una stella
venisse da lei, la invitasse a salirgli sulla schiena e la portasse via.
Ma il tempo passava e non accadeva nulla. La Sirena passava i giorni a piangere e le notti
a fantasticare. Ricordava con nostalgia la sua casa, il suo mare, i suoi amici pesciolini
ed i gabbiani con cui si fermava ogni sera a chiacchierare.
Finché una notte i suoi lamenti giunsero alla Luna e le straziarono il cuore. Non
potendo sopportare che qualcuno soffrisse così tanto, la Luna chiese alla Stella Polare
di mandare qualcuno a vedere cosa stesse accadendo. Ma la Stella Polare essendo anch'essa
molto turbata dai pianti che giungevano fino al cielo, si mosse personalmente alla ricerca
di chi soffriva in quel modo atroce.
Dopo aver cercato e cercato, finalmente vide la Sirena e le si avvicinò. Quest'ultima,
non credendo ai suoi occhi, temette di essere impazzita e pianse ancora più forte; ma la
Stella Polare la calmò e si fece raccontare tutto. La Sirena con voce rotta dal pianto
raccontò dell'uragano che l'aveva trascinata via dal suo mare e di quanta paura avesse di
non ritornare più a casa. Ma la Stella Polare le assicurò che l'avrebbe aiutata ad
andare via di lì molto presto, perché così voleva la Luna, regina dei cieli. La Sirena,
allora, calmatasi un po', raccontò alla Stella Polare delle bellezze e delle meraviglie
di dove viveva, i coralli, le alghe, le splendide conchiglie, i cavallucci marini, gli
immensi fondali e le innumerevoli varietà di pesci multicolori.
La Stella Polare le assicurò che non appena fosse tornata in cielo avrebbe trovato la
soluzione per portarla via di lì. Allora la Sirena, certa di aver trovato una nuova
amica, le confessò il suo desiderio di possedere una stella.
"Ho chiesto ai miei amici gabbiani di volare lassù in cielo e portarmi una stella,
ma essi non riescono ad arrivare fino a voi. Eppure se l'avessi sarei tanto felice, la
conserverei gelosamente e sarebbe il mio tesoro più grande!"
La Stella Polare non s'impegnò con promesse, ma il suo sguardo lasciò intendere che
forse c'era qualche speranza che questo desiderio diventasse realtà.
Quando la Stella Polare andò via, la Sirena non staccò più gli occhi dal cielo, neanche
di giorno con il sole che l'accecava, attendendo l'arrivo di qualcosa che la portasse in
salvo.
Quando la Luna apprese la triste storia della Sirena, chiamò a raccolta le stelle ed
ordinò loro di costruire immediatamente una barca. Le stelle si divisero in due squadre e
si misero subito all'opera: la prima squadra avrebbe dovuto progettare e la seconda
trovare i materiali, poi insieme avrebbero costruito la barca.
Purtroppo incontrarono subito delle difficoltà: il primo progetto prevedeva una barca
fatta di nuvole, ma le nuvole erano troppo leggere per sopportare il peso della Sirena; il
secondo progetto prevedeva una barca fatta di legno e questa era un'ottima idea: ma come
avrebbe fatto la seconda squadra a procurarsi il legno?
Così esse decisero di unirsi tutte insieme e di creare una barca di stelle: una
meravigliosa, luminosissima e magica barca di stelle!
Quando si presentarono al cospetto della Luna, ebbero subito il permesso per la partenza e
le lodi di quest'ultima che aveva molto apprezzato la generosità, il coraggio e
l'intraprendenza delle sue stelline.
La barca si mise in viaggio ed attraversò il cielo, il mare, le campagne e le montagne,
sino a giungere alla Sirena che quando la vide dalla gioia e dalla sorpresa non riuscì a
pronunciare nemmeno una parola, ma il suo sguardo esprimeva una gratitudine infinita.
Dopo aver riattraversato le montagne e le campagne, la barca raggiunse il mare e vi si
poggiò sopra dolcemente.
La Sirena felice la guidava su quel mare che tanto amava e che quasi non sperava più di
rivedere.
Quando arrivarono né la Sirena né le stelle avevano voglia di salutarsi, ma il cielo era
così scuro che la barca volò via subito per andare ad illuminarlo.
"Grazie di tutto" disse la Sirena "e non dimenticatemi. Io vi porterò
sempre nel mio cuore."
La Sirena trovò ad attenderla tutti i pesci che non si erano mossi di lì dal momento
in cui avevano saputo della tromba d'aria ed i gabbiani che l'avevano cercata dappertutto,
ma invano.
Dopo essere stata festeggiata da tutti, la Sirena si fermò a riposare sul suo scoglio
preferito finalmente ancora felice dopo aver tanto sofferto.
Quando fece per poggiare la testa, si punse.
"Che strano" pensò " il mio scoglio è sempre stato così liscio."
Si girò per vedere cosa fosse e trovò una bellissima sorpresa: una stellina tutta per
lei! La Stella Polare aveva mantenuto la sua tacita promessa.
La Sirena prese la stellina, la baciò e se l'appuntò sul petto. Da allora non se ne è
mai più separata.
Ora che conoscete questa storia, se nel mare vedrete un improvviso luccichio,
ricordatevi che è la Sirena che fu salvata da una barca di stelle.