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di
Era ammalato da qualche giorno. La mamma gli aveva raccomandato di rimanere a letto per
guarire più in fretta. Giulio, che avrebbe fatto qualunque cosa per fare contenta la sua
mamma, aveva deciso di obbedire. Non era facile per lui, di solito così vivace, amante
della bicicletta e delle corse sul prato, rimanere fermo per tante ore: gli sembrava di
essere prigioniero del suo letto!
Non era per nulla facile, anche perché oltre che con se stesso, doveva combattere
continuamente anche con le sue gambette, che irrequiete continuavano a pregarlo di
lasciare che si sgranchissero "almeno per un po' ".
Quella volta però Giulio era determinato a rispettare a qualunque costo l'ordine della
sua mamma : rimanere a letto tranquillo e paziente.
La sua mamma per la verità era preoccupata per quell'insolito comportamento di Giulio.
"Se rimane a letto senza protestare, deve stare proprio male! Forse la febbre sta per
salire ancora, forse la malattia si sta aggravando!" - continuava a ripetersi. Infine
richiamò il medico, il quale lo guardò bene in lungo e in largo, lo auscultò con
attenzione, lo fece tossire e aprire la bocca cantando un lungo "aaaaa", gli
misurò ancora una volta la febbre... fece insomma tutto quello che di solito fa un
medico.
"Non c'è nulla di nuovo: tutto procede come previsto! - sentenziò il medico - se
riesce a rimanere così tranquillo ancora per un po', in un paio di giorni Giulio tornerà
il bambino vispo e sano di sempre." Detto questo, il medico se ne andò. La mamma non
era ancora del tutto tranquilla, pensò però di dare retta al medico, di continuare a
curare Giulio come prescritto e di aspettare un paio di giorni.
Anche Fata Ricciolina era preoccupata: finché il suo amico fosse stato ammalato non
avrebbe potuto visitarlo; se avesse preso anche lei quella brutta tosse avrebbe perso la
capacità di fare magie per lungo tempo. Non poteva permetterselo, perché molti suoi
amici contavano sul suo aiuto! E a lei mancavano tanto le visite che faceva a Giulio quasi
ogni sera, prima che si addormentasse.
Però Fata Ricciolina conosceva il segreto di Giulio: lei sapeva che lui aveva deciso di
stare buono e tranquillo per fare alla sua mamma il regalo di guarire prestissimo. Era
anzi talmente orgogliosa del proposito del suo amico, che voleva aiutarlo a mantenerlo.
Pensa e ripensa, le venne un'idea bellissima. Andò su dalle nuvole bianche, anch'esse sue
amiche, e le pregò di aiutare Giulio a trascorrere piacevolmente il tempo raccontandogli
le storie che avevano imparato girando sopra al mondo.
Le nuvolette bianche erano in vacanza, non avevano niente altro da fare che oziare e
passeggiare leggere nell'azzurro del cielo. Decisero di accogliere l'invito di Fata
Ricciolina, ma senza scendere sulla terra: spostandosi avrebbero potuto causare qualche
mutamento meteorologico, nascondere il sole, far abbassare o far alzare la temperatura,
far aumentare l'umidità dell'aria, magari anche far piovere... Insomma: dato che erano in
ferie, avevano deciso di non muoversi da lassù.
Non potevano però urlare a squarciagola le loro storie. Avrebbero potuto invece...
mimarle! Così fecero: si misero a comporre e a scomporre figure con divertita e
instancabile fantasia.
Dal suo lettino Giulio le guardava affascinato: seguendo le loro evoluzioni, capiva e
ricostruiva le storie che gli stavano raccontando. Storie di eroi e di giocolieri, di
condottieri e di avventurieri, di orchi e di giganti, di uccelli e di orsi...
Come il medico aveva previsto, Giulio nel giro di pochi giorni guarì. Giulio aveva
capito che, se era riuscito ad obbedire alla sua mamma, doveva ringraziare Fata Ricciolina
e le nuvolette che gli avevano fatto compagnia e che lo avevano incantato con le loro
storie. Raccontò tutto alla sua mamma e insieme organizzarono una bella e allegra festa
per il ritorno di Fata Ricciolina.
Le nuvole, che nel frattempo erano tornate al lavoro, non poterono partecipare alla festa.
Giulio però non si dimenticò di loro: tutte le volte che le vide passeggiare le invitò
a mimare altre storie per lui (e loro lo fecero sempre con gran divertimento e
soddisfazione: in segreto avevano sempre desiderato fare le attrici o le ballerine!), e
tutte le volte che poté farlo, liberò su nel cielo il suo aquilone perché giocasse con
loro e, qualche volta, perché facesse loro il solletico.